Malasanita' come difendersi

Errare è umano. Ma certi sbagli possono costare molto cari, soprattutto se commessi sulla pelle di un paziente. Gli episodi di malasanità sono, purtroppo, frequenti e non sempre il malato o i suoi parenti sanno come difendersi o come ottenere il giusto risarcimento quando è stata fatta una diagnosi sbagliata o un intervento chirurgico errato. La possibilità di ottenere quel risarcimento esiste eccome, seguendo un certo iter e rispettando i tempi.

Gli errori dei medici non si possono prevedere, ma è possibile prevenire certe situazioni e, soprattutto, sapere a che cosa si va incontro quando si entra in un ospedale in modo da essere informati sui propri diritti nel caso qualcosa vada storto.

Vediamo allora come difendersi e ottenere il giusto risarcimento in caso di malasanità.

Malasanità: quando si arriva in ospedale

Essere informati, dunque. È il primo passo indispensabile per sapere come difendersi in caso di malasanità o, comunque, quando le cose non vanno per il verso giusto.

Che cosa fare all’accettazione

Al momento del ricovero, il paziente ha diritto ad essere informato nel dettaglio sulle cure a cui verrà sottoposto. Basta chiedere ai medici. Ai quali, però, bisognerà anche dire tutto ciò che riguarda il proprio stato di salute. In pratica, rispondere nel modo più esaustivo possibile a tutte le domande che lo staff sanitario pone al malato.

Tutte le strutture hanno l’obbligo di consegnare ai pazienti la Carta dei diritti del malato. È importante leggerla con attenzione per sapere come comportarsi in caso di qualche errore medico o di un episodio di malasanità.

È altrettanto indispensabile leggere attentamente il consenso informato.

Che cos’è il consenso informato

Ogni paziente deve autorizzare per iscritto la struttura sanitaria in cui viene ricoverato a fornirgli le cure necessarie (interventi, somministrazione di farmaci, dieta alimentare, ecc.). Insomma, deve decidere se vuole essere curato o meno (altrimenti perché è andato in ospedale?). La legge prevede che questa autorizzazione avvenga tramite il consenso informato, un documento che il paziente deve firmare dopo essere stato messo al corrente dei rischi, delle controindicazioni e delle alternative ad un certo tipo di intervento.

Autorizzare le cure, però, non significa esimere medici e infermieri dalle loro responsabilità. Quindi, anche se il consenso è stato dato, in caso di malasanità è possibile difendersi e ottenere il giusto risarcimento.

Che cosa fare al momento delle dimissioni.

Non è detto che un episodio di malasanità durante un ricovero mostri i suoi effetti subito: dopo le dimissioni, infatti, possono sorgere dei problemi anche gravi dovuti ad un errore del medico o dell’infermiere commesso durante la degenza in ospedale.

Ecco perché è importante, al momento delle dimissioni, chiedere la cartella clinica, anche se apparentemente non ci sono stati dei problemi durante il ricovero. La cartella viene rilasciata a pagamento entro 30 giorni lavorativi. Nel caso in cui, successivamente, si abbia la necessità di contestare un caso di malasanità e di chiedere il giusto risarcimento, la cartella clinica sarà fondamentale.

Se, invece, è sorto qualche disservizio o qualche problema durante la degenza, prima di abbandonare la struttura conviene fare una segnalazione all’Urp, cioè all’ufficio relazioni con il pubblico, e portare a casa un documento in cui risulti questa segnalazione.