Dispositivi medici difettosi
Dispositivi medici difettosi

Tra i casi più comuni della malasanità possono essere identificati anche i danni causati dal cattivo funzionamento di un dispositivo medico impiantato all’interno del corpo del paziente (es. pacemaker – protesi). Spesso le anomalie di funzionamento non dipendono direttamente dall’operato dei sanitari ma l’ente ospedaliero o la struttura medica, deve verificare, quando possibile, il corretto funzionamento ed i materiali dei dispositivi che hanno scelto. Nel caso in cui, invece, il malfunzionamento fosse provocato da un difetto di fabbricazione, è la stessa società costruttrice che risponde delle conseguenze causate al paziente.

La Corte di Giustizia UE si è recentemente pronunciata in materia, garantendo che "l'accertamento di un potenziale difetto di prodotti appartenenti al medesimo gruppo o alla medesima serie di produzione consente di qualificare come difettosi tutti i prodotti di tale gruppo o di tale serie, senza che occorra dimostrare il difetto del prodotto interessato".

Le conseguenze fisiche subite dai pazienti a causa delle anomalie di funzionamento, rientrano tra le voci di danno che il produttore del dispositivo difettoso è chiamato a risarcire: il danno di cui è responsabile il produttore è quello “causato dalla morte o dalle lesioni personali” direttamente riconducibili all’anomalia dell’apparecchio.

Molto spesso, una volta riconosciuto il difetto di fabbricazione del dispositivo, l’unica soluzione risulta essere la rimozione e sostituzione dello stesso con un apparecchio similare. Questa necessità costringe il paziente ad essere sottoposto ad uno o più interventi chirurgici con lo scopo di eliminare il prodotto difettoso sostituendolo con uno migliore.