Diagnosi errata, ritardata o mancata
Diagnosi errata, ritardata o mancata

Alcune patologie sono molto difficili da diagnosticare. I medici si riservano di effettuare accertamenti approfonditi prima di definire con certezza la natura o la presenza di un disturbo: è importante essere sicuri di poter escludere del tutto una patologia, o riuscire ad inquadrarla a pieno per fornire il giusto intervento (chirurgico o farmacologico). Si verificano tuttavia casi nei quali il professionista sanitario non diagnostica in tempo un disturbo, o lo confonde con un altro, o non lo diagnostica affatto. Questo può causare conseguenze gravissime per la salute del paziente.

Diagnosi mancata (o fallita)

Se il medico non è in grado di interpretare correttamente i sintomi di un disturbo, il paziente non riceverà un trattamento adeguato e subirà un drastico peggioramento delle proprie condizioni di salute. Tale aggravamento, specie se permanente, inciderà inevitabilmente sulla qualità della vita del paziente o, addirittura, nei casi di gravi malattie degenerative, la mancata diagnosi può determinare un grave ritardo delle cure o la morte stessa.

Uno degli esempi più frequenti è quello della mancata diagnosi di neoplasia (o cancro). Molto spesso, anche a seguito di accertamenti specifici, il personale sanitario e tecnico fallisce nella diagnosi del tumore. Le possibilità di cura e quindi le chances di sopravvivenza a queste patologie sono fortemente influenzate dalla stadiazione della malattia pertanto è di fondamentale importanza raggiungere la corretta diagnosi appena il paziente si sottopone alle cure del sanitario.

Diagnosi ritardata

Anche una diagnosi ritardata può portare a danni irreparabili. Pensiamo di nuovo al caso di un tumore, o ad una diagnosi ritardata di appendicite (con conseguente peritonite). Il ritardo con il quale si giunge alla diagnosi della patologia può determinare una serie di complicanze che rendono molto più difficile intervenire chirurgicamente od ottenere risultati di guarigione dalle relative terapie farmacologiche.

Diagnosi errata

Se il medico non interpreta correttamente i sintomi del paziente o i risultati degli esami strumentali o di qualsiasi approfondimento diagnostico, si troverà a confondere tali riscontri e a giungere ad una diagnosi errata. Il paziente, in questi casi, viene sottoposto a cure o trattamenti non adatti a risolvere il suo reale problema e ciò comporta spesso un aggravamento dello stato di salute o un periodo di convalescenza più lungo.

I casi più comuni di diagnosi errate, mancate o ritardate:

  • cancro al seno (cattiva interpretazione o esecuzione di mammografie e/o ecografie)
  • cancro alla cervice (mancato approfondimento diagnostico, cattiva interpretazione dei sintomi o degli accertamenti)
  • cancro alla prostata (sottovalutazione dei sintomi, mancato approfondimento diagnostico)
  • cancro ai polmoni (cattiva interpretazione dei sintomi, mancato approfondimento diagnostico)
  • cancro allo stomaco (sottovalutazione dei sintomi, mancato approfondimento diagnostico)
  • cancro al colon (sottovalutazione dei sintomi, mancato approfondimento diagnostico)
  • appendicite (sottovalutazione dei sintomi, anamnesi non accurata, esame obbiettivo superficiale)
  • infarti e problemi cardiovascolari (sottovalutazione dei sintomi, mancato approfondimento diagnostico e/o strumentale)
  • ictus (cattiva interpretazione dei sintomi, esame obbiettivo superficiale)
  • embolia polmonare (sottovalutazione dei sintomi, mancato approfondimento diagnostico)
  • melanomi ed altri tumori della pelle (mancato approfondimento diagnostico, cattiva interpretazione dei risultati degli accertamenti, esame obbiettivo superficiale)
  • asfissia infantile (cattivo monitoraggio post operatorio, sottovalutazione dei sintomi)
  • infezioni nosocomiali (sottovalutazione dei sintomi, mancato approfondimento diagnostico, mancata effettuazione dei tamponi)