L'INCREDIBILE STORIA DI UN GIOVANE RAGAZZO

Il sig. P.M. veniva accompagnato presso il Pronto Soccorso “XXXXXX” di Cagliari per la comparsa, da circa una settimana, di dolore allo stomaco ed alla parte superiore dell’addome, associato ad insolita colorazione giallastra della cute.

In un primo momento il personale addetto al triage negava una visita in urgenza, sostenendo che i sintomi lamentati non rappresentassero un quadro clinico preoccupante e che pertanto doveva farsi visitare direttamente dal proprio medico di famiglia.

Dopo forte insistenza, anche ad opera dei familiari, il sig. P.M. veniva finalmente visitato e fu subito chiaro che era affetto da colestasi da calcolosi biliare. Veniva quindi ricoverato nel reparto di Gastroenterologia ove veniva rilevato l’aumento della colecisti per la presenza di alcuni calcoli ostruttivi del dotto cistico ed uno di circa 8 mm che ostruiva il condotto che porta la bile dal fegato all’intestino. Veniva sottoposto ad intervento programmato di ERCP (colangio-pancreatografia endoscopica) per rimuovere il calcolo che ostruiva il condotto. Durante l’intervento, il sanitario, non riuscendo a visualizzare la via biliare, effettuava un tentativo di precut (papillotomia ad ago) con insuccesso, cagionando una emorragia arteriosa che, pur arrestata, impediva la prosecuzione dell’intervento.

Riaccompagnato in reparto, visti i continui episodi di vomito ed il dolore sofferto dal povero P.M., a seguito di specifica TAC all’addome, si scoprì che tale sintomi erano stati causati da una perforazione duodenale e dall’insorgenza di una infiammazione acuta al pancreas, entrambe cagionate dall’endoscopia non andata a buon fine.

Veniva quindi sottoposto in urgenza a nuovo intervento, questa volta, laparotomico di colecistectomia, coledocotomia e sfinterotomia, con posizionamento di sondino naso biliare e drenaggio sottoepatico.

Purtroppo anche successivamente a questo ulteriore intervento, si sviluppava una importante complicanza (fistola bilio-cutanea) che rendeva necessaria l’effettuazione dell’ennesimo intervento di posizionamento di endoprotesi che, dopo trasferimento in ambulanza per mancanza di personale, veniva eseguito presso altra struttura sanitaria.

Nel post-operatorio i sanitari tentarono di reintrodurre l’alimentazione orale, ma senza successo in quanto il paziente presentava nausea e crisi di vomito continue.

Le condizioni peggioravano ulteriormente per comparsa progressiva di deflessione del tono dell’umore, debolezza muscolare specie agli arti inferiori, crisi lipotimiche, confusione mentale.

Successivamente, a tale quadro, si aggiungeva diplopia e perdita di controllo sfinteriale.

Insomma, una vera e propria odissea!

Considerato il peggioramento delle condizioni cliniche, i sanitari sottoponevano il paziente ad accertamenti, prima di natura psichiatrica, e poi neurologica, con riscontro di sviluppo di encefalopatia di Wernicke. L’encefalopatia di Wernicke è una condizione neuropsichica riconosciuta come possibile complicanza delle forme severe di pancreatite acuta trattata con nutrizione parenterale povera di tiamina.

Si scoprì, infatti, che durante la degenza, i sanitari procedevano in una sola occasione alla somministrazione di tiamina!! Tra l’altro somministrata per via orale (modalità inefficace data la presenza di numerosi episodi di vomito). Tale, a dir poco, insufficiente trattamento ha determinato la comparsa della sindrome neurologica con gravi ripercussioni sullo stato generale di salute del giovane paziente. Nonostante i tentativi di integrazione della tiamina, il paziente non riusciva purtroppo a recuperare totalmente le proprie condizioni e permaneva deambulazione claudicante, neuropatia periferica, sensazione di confusione mentale, difficoltà digestive.

L’importante peggioramento delle condizioni di salute generali del giovane paziente causava gravi ripercussioni nella sfera, personale, familiare e lavorativa e la comparsa di sindrome ansioso-depressiva secondaria.

Dopo aver evidenziato e provato le plurime censure nell’operato dei sanitari che ebbero in cura il povero sig. P.M., lo staff di Malasanità & Risarcimento®, con dedizione e caparbietà, è riuscito a fargli ottenere il giusto risarcimento.
 

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